Il progetto “Diamoci una mossa” nasce nella stagione 2010/2011 da un’idea dello psicologo Mauro Litti in collaborazione con la società sportiva di atletica leggera A.R.A. di Mario Benati e Viola Serego, con il patrocinio del Gruppo Asperger Onlus e dell’associazione CulturAutismo di Roma. Il progetto ha l’obiettivo di favorire l’inserimento all’interno dei corsi di atletica leggera di bambini e adulti con diagnosi di sindrome di Asperger e autismo ad alto funzionamento, consentendo loro di poter condurre attività sportiva in modo continuativo e il più possibile adatto alle proprie esigenze.
Lo scenario è quello dello stadio “Paolo Rosi” nel quartiere Acqua Acetosa di Roma e gli allenamenti, condotti da personale qualificato composto da tecnici Fidal coordinati e coadiuvati dallo stesso ideatore del progetto, hanno luogo tutti i sabato mattina dalle 10 alle 13.
Rappresenta oggi un concetto largamente diffuso e condiviso quello di pensare allo sport, qualunque sia la disciplina praticata, come ad un’attività caratterizzata dal notevole potenziale educativo – formativo e sono senz’altro noti i benefici che derivano da una pratica sportiva costante soprattutto se intrapresa in età evolutiva. Proprio in questa fase si ritiene oggi particolarmente significativa una formazione che rimanda al concetto di “multilateralità” e che riguarda una forma di allenamento caratterizzato dall’acquisizione di un vasto repertorio di competenze motorie, considerate soprattutto in relazione alle diverse fasi sensibili di sviluppo, e che si contrappone ai rischi di una specializzazione motoria precoce indotta attraverso la pratica diffusa di una specifica disciplina.
Oltre a consentire l’acquisizione degli schemi motori di base e lo sviluppo delle capacità coordinative, l’esperienza sportiva offre un contributo determinante nel processo di maturazione del SNC e delle funzioni cognitive implicate nei diversi compiti e attività; inoltre permette uno sviluppo più armonico ed equilibrato della personalità favorendo un’adeguata forma di canalizzazione e gestione degli stati emotivi e opportunità di socializzazione e confronto con i coetanei e figure di riferimento.
Lo sport costituisce inoltre uno strumento di crescita e un canale comunicativo privilegiato per facilitare l’acquisizione di valori e modelli di comportamento importanti perché risponde in modo efficace alle motivazioni espresse dagli individui in relazione alle diverse caratteristiche e fasce di età e per l’alto potenziale ludico intrinseco all’attività stessa.
Per tutte queste ragioni l’attività sportiva può costituire, in relazione alle caratteristiche di neurodiversità presenti nella sindrome di Asperger e nell’autismo ad alto funzionamento, un valido strumento di integrazione rispetto all’intervento psicoeducativo cognitivo-comportamentale, in nessun caso sostituendosi ad esso poiché non costituisce alcuna forma di terapia ma ponendosi in modo complementare giacché si ravvisa talvolta una certa sovrapponibilità degli obiettivi, con lo scopo di potenziarne i risultati e migliorare la qualità della vita delle persone.
In virtù dei tratti che caratterizzano le persone appartenenti ad una condizione di neurodiversità e che rimandano nello specifico alle diverse aree cognitiva, affettivo-relazionale e motoria-sensoriale determinando difficoltà nell’interazione sociale, le esperienze relative alla pratica sportiva da parte di queste persone sono generalmente costellate da continue frustrazioni, fallimenti, abbandoni se non se ne ravvisa l’assoluta mancanza. Vengono cosi precluse quelle opportunità di crescita e maturazione fisica, cognitiva e sociale altrimenti possibili.
Perché l’attività sportiva si riveli un’esperienza in grado di incidere in modo positivo e gratificante è necessario che sia proposta nel modo opportuno, che tenga conto di una serie di bisogni e motivazioni e che sia adattata il più possibile a quelle che sono le caratteristiche e le esigenze del singolo e del gruppo, senza tuttavia creare indici di disparità ne criteri di esclusione ma che sia al contrario orientata verso un’integrazione pianificata delle individualità.
A questo proposito il progetto “Diamoci una mossa” prevede un percorso progressivo di apprendimenti da parte dei partecipanti sia in relazione ai dettagli tecnici delle discipline prese in esame, sia in riferimento agli aspetti sociali, emotivi e relazionali riguardanti l’essere parte di un’equipe sportiva, interagire con i membri, condividerne valori ed obiettivi; Lo scopo è quello di facilitare l’accesso all’interno di nuovi gruppi ampliando le possibilità successo nel processo di integrazione.
Perché l’offerta formativa raggiunga il suo obiettivo è fondamentale da parte del professionista possedere un adeguato repertorio di competenze sia in riferimento alle caratteristiche della condizione di neurodiversità sulla base del quale orientare il proprio approccio comunicativo e relazionale, sia in relazione ai fondamentali tecnici disciplina per valutare in modo più accurato i programmi di allenamento.
È necessario considerare che richieste non proporzionate rispetto alle capacità di risposta del soggetto possono produrre effetti deleteri se si tiene peraltro conto della bassa soglia di tolleranza della frustrazione che porta all’abbandono e all’auto-esclusione con ridotte possibilità che la persona possa ripetere l’attività qualora vada incontro a esiti negativi. Il progetto “Diamoci una mossa” mira a fornire di un repertorio di competenze motorie basilari finalizzate allo sviluppo di capacità coordinative più complesse attraverso una strutturazione chiara e programmata delle attività per favorire sia la comprensione delle richieste sia l’autonomia e la percezione di auto-efficacia durante l’esecuzione dei compiti. Tutte le attività, a partire da quelle più semplici per arrivare a quelle più complesse, sono costantemente presentate secondo modelli visivi e scorporate nelle unità di movimento più elementari che caratterizzano il compito.
Le esercitazioni sono proposte attraverso compiti in grado di stimolare le capacità di problem solving, lo spostamento flessibile dell’attenzione sulle informazioni rilevanti, la selezione di strategie adeguate e l’inibizione di quelle non efficaci per la risoluzione delle prove, sollecitando l’impiego delle funzioni esecutive.
I feedback sono frequenti, presentati in modo positivo in un linguaggio semplice e volti soprattutto, oltre che a fornire dettagli tecnici, a rinforzare l’impegno e il divertimento. Dopo la correzione è opportuno far ripetere immediatamente la prova limitando eventuali intervalli di tempo che potrebbero determinare la perdita della nuova informazione.
Nel corso degli allenamenti le attività sono diverse e riguardano sia richieste di esercitazioni individuali sia quelle volte a favorire la cooperazione e il gioco di squadra. Uno degli obiettivi del corso riguarda a tal proposito l’apprendimento di attività collettive che possono costituire un autentico strumento aggregativo di integrazione sociale. Per questo motivo le attività svolte non comprendono solo le classiche discipline dell’atletica leggera ma anche altri sport quali rugby, basket, giochi con la palla, etc.
La comunicazione e l’interazione sociale rappresentano due aspetti fondamentali: creare situazioni con lo scopo di sollecitare i ragazzi a produrre e/o accogliere messaggi e richieste verbali, esprimere bisogni, desideri e stati d’animo, sostenere conversazioni, eseguire semplici richieste, tutto ciò rappresenta parte integrante degli obiettivi del corso. Ulteriore aspetto preso in considerazione riguarda l’aumento della soglia di tolleranza alla frustrazione e la gestione degli stati emotivi attraverso l’insegnamento di tecniche di rilassamento in grado di abbassare il livello fisiologico di attivazione in caso di crisi caratterizzate da ansia o panico.
Dalla sua nascita il numero dei partecipanti al corso è cresciuto progressivamente e allo stato attuale il gruppo è composto da circa 15 persone tra adulti e bambini che frequentano gli allenamenti con regolarità. Nel corso della stagione è prevista la partecipazione a manifestazioni di carattere ludico-sportivo con lo scopo di incontrare atleti appartenenti a società diverse.
La partecipazione alle diverse discipline in occasione delle competizioni da parte di ogni singolo iscritto è programmata sulla base delle preferenze personali nonché delle attitudini fisiche valutate grazie al contributo dei tecnici.
Tutti gli iscritti sono monitorati attraverso schede di valutazione e test effettuati con lo scopo di ottenere un riscontro oggettivo sull’andamento dei risultati durante la stagione. Tuttavia il risultato più bello e attendibile a cui desidero affidarmi è il sorriso e la voglia dei ragazzi di impegnarsi e divertirsi settimana dopo settimana, uniti dalla consapevolezza che lo sport è uguale per tutti.